A Nihilalieno…

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Volevamo fare qualcosa di diverso, che facesse ridere ma che dimostrasse anche il bene che ti vogliamo.
Per l’occasione abbiamo scelto l’elemento che ci ha viste insieme tutte e tre per la prima volta.

Buona visione e buon compleanno 😀

Ho sognato…

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…ho sognato che questa mattina mi svegliava lo squillo del citofono. Strano, perché il citofono non ce l’ho. Rispondo,  e una voce frettolosa, trafelata, mi chiede se mi interessa comprare dell’antigelo per auto a buon mercato. Segue una trattativa confusa, che non ricordo.

Poi esco di casa. E’ giorno fatto, ma il cielo è velato, i colori del mio incolto e selvaggio giardino (giardino? mmm…) sono sbiaditi, al limite del bianco e nero. Sulla strada, in pigiama, i capelli arruffati e l’aria assonnata, c’è Roby. Nonostante lei sia DamaDelSole, il cielo rimane fosco.

Ci sediamo ad uno scalcinato tavolo, nella selva del mio giardino. Sul tavolo, una caffettiera (da dove è venuta?) e quattro tazzine spaiate.

Appare anche Alb, sorridente come sempre (ma il grigio del cielo rimane) e si siede accanto a noi. “Avevo preso dei cornetti… ma, sapete com’è, non ho resistito!”, dice, pulendosi un angolo della bocca con un tovagliolo di carta. “Sappiamo com’è”, rispondiamo Roby ed io.

Roby ci guarda per un attimo e poi fa: “Oggi è il ventuno di settembre…”. La interrompo: “Te l’ho già detto, non è oggi che inizia l’autunno”.

Lei replica, leggermente stizzita: “Lo so. Oggi è…”, ma anche stavolta non riesce a finire la frase perché nel giardino fa ingresso Viv, e con lei fanno ingresso pure i colori di un bel giorno di fine estate.

Viv si siede al nostro tavolo e inizia a giocherellare con le tazze, allegra e rumorosa. “Allora, lo prendiamo, ‘sto caffè?”, tuona con la sua inconfondibile voce.

A questo punto capisco. Mi alzo in piedi, scivolo dietro le spalle di Viv per non farmi vedere da lei, faccio un cenno con gli occhi a Roby e Alb per richiamare la loro attenzione. Alzo le mani alla maniera dei direttori d’orchestra, do il levare e… parte il “Tanti auguri a te” più raccappricciante che si sia mai sentito!

Viv si volta, si alza (“ora mi mena”, penso), mi abbraccia e mi bacia (ehm…). Poi fa altrettanto con gli altri due, ma il sogno perde di definizione, sfuma e io mi sveglio, al suono della sveglia di mio fratello. Sono le cinque e mezza, è ancora buio.

Però è vero: è il ventuno settembre ed è IL COMPLEANNO DI VIV!!! AUGURI, AMICA ADORATA!

…ehm…

Ti interessano mica venti litri di antigelo di dubbia provenienza?

11.05.2012

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Cinque anni fa non festeggiavo il tuo compleanno, ti avrei incontrata solo un mese scarso dopo insieme agli altri FDT.

Parlando per frasi fatte potrei dire: ne è passata di acqua sotto i ponti!
In realtà ci sono una serie infinita di eventi passati insieme e fotografati nella mia mente, quel 28 giugno, la festa degli artisti di strada a Incisa, il campeggio, il tuo anniversario di matrimonio dello stesso anno, il 17 ottobre di quell’anno, l’8 dicembre e potrei continuare su una strada di date, che forse ti depista, fino ad arrivare al 22 Aprile…

Credo di non averti mai detto a voce:” ti voglio bene Pat”… e credo che non te lo dirò mai… ma ciò non toglie che te ne voglia un’infinità.

Ora hai anche la tenda aggiustata… Buon Compleanno profemate 😀

Dal Vesuvio con furore…

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Dovete sapere che la nostra cara amica DamaDelSole è un’ottima fotografa, che nei ritratti si rivela vera artista. Ha anche altre passioni, come, ad esempio, realizzare dolci, fotografarli. E mangiarli, of course!

Sentite cosa le è accaduto.

Come ogni anno, anche quest’anno il comitato di redazione del celeberrimo Calendario Poverelli, sarà che la Presidente del consiglio di amministrazione è una donna, sarà che la data prevista per l’annuncio ufficiale del calendario è l’otto marzo, fatto sta che, per la prima volta nella storia di quell’opera, verranno pubblicate, a mesi alterni, foto di donne e di uomini (lo stile, invece, è invariato: scatti eterei, abbigliamenti altrettanto eterei).

Dopo una laboriosa e attenta selezione, il ruolo di fotografa per la parte di immagini maschili è stato proposto… sì, proprio alla nostra amica Dama (nonché DelSole)!
Dopo che l’amorevole intervento dei suoi famigliari per rianimarla dalla temporanea perdita di sensi (intervento mutuato da un secchio di acqua gelida), Dama ha preso il primo treno disponibile per raggiungere la sede editoriale della Poverelli, in modo da accordarsi al più presto per avere l’incarico (in realtà, voleva… ehm… toccare con mano l’oggetto -o meglio, gli oggetti- del suo incarico).

Alla segretaria di produzione aveva dichiarato che avrebbe valutato i pro e i contro dell’incarico, per poter dare una risposta ponderata. Dopo due minuti stava già chiedendo: “Dove devo firmare?”

La nostra amica era così distratta dalla contemplazione (professionale, s’intende) dei suoi modelli che ci è voluto un po’ perché si accorgesse dell’insistente squillo del telefono. Risponde. E’ la benemerita associazione dei pasticcieri non professionisti, che ha deciso di premiare le sue creazioni dolciarie, così ben documentate dalle foto, con il titolo di Regina della Pasticceria. Giorno solenne e irrevocabile della premiazione: l’otto marzo.
A questo punto entrano in scena le due componenti della coscienza di ciascuno di noi: il classico diavoletto tentatore e l’angioletto dei buoni propositi. In pochi minuti, i due mistici personaggi si stanno scazzottando come teppisti di strada. Il diavoletto sta vincendo, mostrando a Dama una proiezione del futuro: lei su un importante palco, in mezzo a sei scultorei modelli, alla presentazione del calendario Poverelli, quando arriva l’angioletto, pesto e scarmigliato, in compagnia di un’eterogenea banda, comprendente anche i FdT, portando una spettacolare torta di compleanno.

Torta spettacolare
Come va a finire? Be’, DamaDelSole è un’artista, conscia dell’importanza che per lei ha l’arte fotografica. Ma DamaDelSole, soprattutto, ha un cuore d’oro, rivestito di panna. Manda quindi risolutamente a quel paese diavoletto e calendario Poverelli, rimanendo con i suoi amici, che l’applaudono mentre viene incoronata Regina della Pasticceria.

L’applaudono e le augurano, con tonnellate e tonnellate di affetto glassato,

BUON COMPLEANNO!

Dama ride fra le lacrime, il suo modo per far sapere quanto è felice (ma c’è chi dice di averla vista in bagno strappare, piangendo, la comunicazione della redazione Poverelli, gettando i frammenti nel water).
Particolari

Epica emiliano-romagnola

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“Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori,
le cortesie, l’audaci imprese io canto…”

…si, va be’ che l’Ariosto (mmm… buono, con le pata… ah, no, non è quello… è che dopo capodanno, insomma…) di fuori di testa se ne intendeva, però è la solita solfa: il bellimbusto manesco, la gnocca di turno, Angelica ma non troppo, viaggi sulla luna (chissà di cosa si facevano, all’epoca), insomma il solito casino. E poi, come sono i cavalieri ormai lo sappiamo…E ne abbiamo abbastanza.

Vi racconteremo, invece, di una moderna (e nostrana) Bradamante, che ha sfidato terribili mostri e insidiosi incantesimi per amore. Amore per la vita.

(per illustrare un’incredibile donna piena d’amore per gli altri e per la vita, c’è solo l’immagine di quella stessa donna che rende l’idea! 🙂 )

Il nome della nostra amica è Monica, ma siccome è modesta si fa chiamare Monì (modesta, ma l’accento sulla i lo vuole). Non indossa un’armatura né un elmo, e le sue armi non tagliano né feriscono. Non è paladina di Francia, più che altro piadina di Romagna, ma è F(uori) d(i) T(esta), onorificenza ben più ambita (ehm…).

Da buona eroina da poema epico, ha avuto dozzine di disavventure, è andata incontro a mille pericoli, emergendone sempre vincitrice, con le sue armi d’amore.

Per esempio quella volta che si perse in una buia e piovosa sera d’inverno. Non vedeva al di là del muso del suo destrie… della sua Panda, quando un fulmine illuminò una casa. Fiduciosa (perché è così, la nostra amica), si infilò nel cortile di quella che le parve la più sgangherata delle case (successivamente vide una foto della casa di tal Mario e si ricredette) e bussò educatamente. La porta si socchiuse cigolando e lei entrò, scrollandosi le gocce d’acqua di dosso come un cucciolo. Poi, con la sua innata cortesia e il suo inconfondibile accento, se ne uscì con un “Socci, se piove!”. Si voltò sentendosi sfiorare la spalla, si tolse i capelli ancora umidi dagli occhi e vide, nella fioca luce, accentuata a sprazzi dai lampi, un tipo alto, magro, anzianotto e sciupatello, pallido, vestito di un vetusto abito nero tutto rattoppato, con una bocca sdentata tranne che per i canini, gialli di tartaro ma lunghi come quelli… come quelli di un vampiro! “Finalmente sei venuta”, gracchiò con voce di fisarmonica sfiatata, “sangue fresco per i seguaci del Signore Nero!”. Monì lo guardò sbarrando gli occhi, spaventata. Poi si rese conto di quanto scalcinato fosse questo decrepito erede di Nosferatu e sfoderò una delle sue più invincibili armi: un sorriso più luminoso del sole di mezzogiorno. Il vampiro arretrò terrorizzato, portandosi le mani sul volto, poi le ginocchia gli si piegarono e finì rovinosamente a terra, battendo la testa su un asse scardinata.
Quando si riprese, Monì stava finendo di ripulirgli la catapecchia. Gli preparò un brodo caldo e gli raccontò un po’ delle sue avventure della giornata, continuando a sorridere. Infine, quando la pioggia cessò di cadere e le nubi lasciarono il posto ad un bel cielo stellato, salutò educatamente il vecchio e raggiunse la sua Panda.


Non si seppe più nulla del vampiro che abitava quella casa, ma secondo una diceria ora è donatore di sangue all’AVIS.

Oppure quell’altra volta che si fece convincere da alcuni ragazzini a giocare ad una sorta di gioco dell’oca. In realtà era la versione deluxe di Jumanji, di cui la nostra povera amica non sapeva nulla. Monì lanciò i dadi e fece due sei. Al primo spostamento finì su una casella con scritto “Non aprite questa porta”.  Non fece in tempo a commentare “Sorbole, come è realistico” che si ritrovò senza sapere come in una stanza sconosciuta, piena di mobili accatastati, bauli ricolmi di vecchia biancheria, carte e giornali ingialliti sul pavimento. Fece due passi avanti, scivolando su uno scivoloso rotocalco e finendo in una botola che non aveva visto. Mentre precipitava, avvertiva sempre più lontano il ghigno dei ragazzini che l’avevano invitata. Cadde su un cespuglio abbastanza morbido (“Morbido un par di maroni!”) e, rialzandosi, si trovò in una radura di erba bassa, niente in vista all’orizzonte. Guardò in basso e vide -incredibile!- i dadi del gioco. Li raccolse  e provò a lanciarli. Uscirono due uno. “Chissà che vuol dire?”, si chiese la nostra curiosa amica. Non dovette attendere molto: dall’alto si udì la musica di un circo e dall’orizzonte, vuoto fino a quel momento, si avvicinò al galoppo un… una… boh? una roba verde a chiazze rosse e gialle, con una mezza dozzina di zampe munite di artigli e tre teste più brutte di Bruno Vespa, con bocche piene di denti ed un alito più letale delle fuoriuscite radioattive di Fukushima. Monì, inguaribile ottimista, pensò che l’orrenda bestia sarebbe passata oltre, ignorandola. Chissà, magari era diretta verso Milano, per i saldi. Lì si sarebbe confusa tranquillamente fra gli automobilisti mannari che girano in quella città. Invece no. Questa sorta di drago mal riuscito si fermò proprio davanti alla nostra amica. La guardò con i suoi nove occhi color rosso inferno, dimenando le teste come fossero terribili code. Monì era pietrificata dall’orrore.
Ad un certo punto, la bestia smise di agitare le teste, deglutì e sparò un rutto colossale e sulfureo, cotonando i capelli della nostra eroina. La quale, a questo punto, tirò fuori l’arma definitiva, contro cui nessuno può resistere: Monì si mise a ridere, della sua risata fragorosa, un po’ folle e incredibilmente contagiosa. Toccò alla bestia rimanere di sasso. Per pochi secondi, poi iniziò anch’essa a sogghignare, poi a ghignare, poi a ridere apertamente, da tutte e tre le bocche. Dopo pochi minuti, il mostro si rotolava per terra sghignazzando rovinosamente.


Quando finì di ridere, si rialzò, porse una zampa a Monì e si presentò: “Ciao, mi chiamo Rosa. Posso fare qualcosa per te?”. “Sì, farmi tornare a casa”. “Solo questo? Guarda, vai sempre dritta, dopo cento metri giri a destra e sei arrivata”. E così fu.

Insomma, la nostra cara Monì ne ha viste di tutti i colori. Ma con le sue buone qualità ne è sempre uscita vincitrice. Abbiamo saputo che ultimamente ha dovuto combattere per vincere il micidiale incantesimo di un mago oscuro.
Ce la sta facendo. L’altro giorno stava intrattenendo il mago con una tisana (in realtà, una pozione magica messa a punto da un amico esperto di magia bianca) e con una fetta delle sue ottime torte.

Ecco, siamo arrivati al dunque: torte, torta, torta di compleanno…

COMPLEANNO!!! E’ IL TUO COMPLEANNO, MONI’!

Orkut Commenti - Buon Compleanno

TUTTI I TUOI AMICI TI FANNO I LORO PIU’ AFFETTUOSI AUGURI!

Grazie per quello che sei, per quello che ci doni, per quello che ci insegni.

Ti vogliamo bene, Monì!

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Il giorno 1 Gennaio alle ore 11.00 a blog unificati si terrà il concerto di Capodanno, quest’anno abbiamo mandato in pensione Vienna, Radetzky e compagnia cantando!
Il colpo di stato musicale è in onore del Maestro Wil Coyote che dirigerà il coro Carampane su celebri opere classiche (“tu caschi dalle scale”, “adeste filiamo”) e compie gli anni. Ecco la locandina della serata:


I Fuori Di Testa se si impegnano sanno fare cose grandi, motivo per il quale, per il loro amico, hanno scelto il meglio della piazza! Il concerto sarà disponibile sul canale 666 del digitale terrestre, a pagamento al costo di € 666,00/minuto.

Siamo certi che l’offerta vantaggiosa attirerà folle oceaniche…


Per invogliare l’utenza, abbiamo delle foto di repertorio del Maestro e del Coro:

Chiunque sia tanto attaccato ai soldi da non voler spendere questa inezia, potrà fare gli auguri al Maestro qui e intasare il suo blog di vostre audizioni canore in formato audio :-p
Apprezzerà certamente il cadeau….

Solo una persona speciale come te poteva nascere nel primo giorno dell’anno!!

MARIO BUON COMPLEANNO DAI FdT!!!!!!

Gnocche, simpatia, gnocchi (di patate) e FdT

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Quest'anno la banda dei FdT si è alleata con la corrispondente del prestigioso archivio Gnocche & Simpatia per augurare a Viv, la gnocca più simpatica in circolazione (ehm, caffè pagato, vero?), un caloroso (anche se un po' in ritardo)

BUON COMPLEANNO!

…ecco l'omaggio di Gnocche & Simpatia:
 

Evvaifacciamofestaaaaa!

 

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Non ti preoccupare, tanto lo sappiamo che oggi festeggi i tuoi 18 anni (+22 di esperienza).

Cambia solo il suffisso, ora sei negli -anta e dobbiamo aspettare almeno fino ai tuoi primi 99 anni per averne un altro, diverso e nuovo di zecca.

Intanto come al solito gli auguri sono offerti dal rodatissimo gruppo….


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Gnocche e simpatia, anche dopo gli -anta non vanno via!!

Invidios… ehm… collaborativi, i FdT aggiungono il loro omaggio (che non è da meno di quello delle Gnocche ecc., tiè!)

…auguri, mitica, luminosa, gnocca Viv!
 

Albatri e passeri

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Maliziosi, guardate bene, abbiamo scritto "passeri", non "passere" 

Grazie alle meraviglie della tecnologia, che prova a liberare l'uomo dalle tenaci catene del tempo, questo post apparirà magicamente (non per niente lo sviluppatore di Splinder è tal Harry Potter… o forse Hairy Potter?) il 25 luglio, per festeggiare un amico che sa di poesia e di albatri.
Gli sarà quindi gradita questa recente scoperta letteraria, un documento che uno di noi, accorto commerciante, ha acquistato da Marcello Dell'Utri, ipotecando la casa ed il gatto: la prima bozza, risalente al 1817, di una famosa poesia di Giacomo Leopardi, che inizia così:

D'in sulla coffa della nave antica
Albatro temerario, con la compagna
Cantando vai a festeggiare il giorno;
E spandi l'allegria fra queste onde.

Ve la ricordate diversa? Magari un po' meno giososa? In effetti, "Albatro temerario" ha avuto negli anni parecchi rimaneggiamenti, primo fra tutti il cambio del titolo in "Passero solitario". Non tutti sanno che Leopardi, prima del 1817, anno in cui inizia a scribacchiare materiale per il suo "Zibaldone", era un ragazzo allegro e socievole. Forse un po' bruttarello, ma compensava con l'arguzia e la simpatia. Ha successo anche con le donne, passando da un'avventura galante ad un'altra, finché, durante la festa per il Capodanno 1817, conosce Silvia. Silvia, come il Poeta scrisse in un sonetto giovanile, era una gran gnocca, che però se la tirava una cifra, snobbando i ragazzi giovani in favore di più maturi intellettuali. Giacomo, invaghitosi della bella e algida fanciulla, non si fa intimidire e, dandosi ad uno studio "matto e disperatissimo" (con "disperatissimo" intendeva la seccatura di non poter giocare a scopone scientifico con gli amici all'osteria), riesce a far breccia nel cuore (e non solo in quello) di Silvia. Un pomeriggio, mentre i due sono seduti davanti ad una siepe, a Recanati, Leopardi, per darsi un contegno dopo essersi buscato un ceffone dalla ragazza (conseguenza di un maldestro allungamento di mani), tira fuori di tasca un foglio su cui ha scritto la poesia "Albatro temerario", che doveva essere un inno agli amori gioiosi e spensierati. Non è un lavoro malvagio e Giacomo, orgoglioso, lo legge a Silvia. Ma non fa in tempo a finire il quarto verso che lei sbotta:


– E che è 'sta roba? La pubblicità di un gelataio?

E lui, piccato, risponde:

– Ma no, cara, è la celebrazione dell'amore di coppia, dell'amore fisico, come il nos… ahia! perché mi hai mollato un altro ceffone?
– Banale materialista che non sei altro! Tutta questa allegria… è volgare!
– Volgare? Ma…
– E poi, dov'è che vedi gli albatri sorvolare le onde? Forse dietro questa siepe? Andiamo! Sii più realista, qui gli unici uccelli che si vedono sono i passeri!
– Volendo vedresti anche altri uccell… ahia! …va bene, ho capito… per l'albatro mi sono ispirato a Coleridge…
– E che è 'sto porridge? Non mi piace la cucina d'Albione!
– Coleridge. Va be', ho capito… racconterò dell'amore idilliaco fra due passeri.
– Ma no, cafone! Queste son cose per il volgo. Il vero poeta estrinseca la sofferenza, non scrive romanzetti rosa.
– La sofferenza? Ma dai, come faccio? Io sono felice…
– Tu credi?

Detto questo, Silvia si alzò, lasciando solo e allibito il povero Giacomo. Nei giorni successivi, quando lui andò a cercarla, si fece negare. Dopo una settimana lei gli fece pervenire un biglietto in cui gli diceva che una ragazza romantica (termine che iniziava a esser di moda) come lei poteva concedere il suo cuore solo a chi fosse capace di prendere le distanze dalle volgari gioie del mondo per sublimare il suo essere in un pozzo di intima sofferenza.

Insomma, per farla breve, il povero Giacomo non fu più lui. Diventò il Leopardi che tutti conosciamo. E "L'albatro temerario" divenne "Il passero solitario".

Ma noi, che non abbiamo badato a spese, siamo in grado di offrire la gioiosa poesia originale al nostro caro amico Albatros900 che oggi compie gli anni!

Con immenso (e immensamente fuori di testa) affetto, 
 

BUON COMPLEANNO, ALB!
 

 

11.05.2011

23 commenti

Minacciare un terremoto a Roma se ci dimentichiamo il compleanno rientra perfettamente nella sadicità di una profemate anche se la nostra profemate non lo farebbe mai.
…o forse sì, dopo le ultime batoste alla razionalità ricevute dal suo capo, l'illuminata Ministra che qui non nominiamo.
Come quando, durante la ministeriale ispezione in una scuola, assistette alla dimostrazione del teorema di Pitagora. 

La nobildonna, mossa da pii sentimenti, si indignò, turbandosi per quei miserandi allievi di seconda liceo, i quali dovevano riempirsi la testa di tante incomprensibili astruserie. Decise perciò di porre un limite al turpe insegnamento della geometria, abolendo le dimostrazioni (di cui la provvida ministra aveva sempre diffidato: in fondo, a render vere le cose basta la televisione!).
E quella volta che le due donne -la nostra cara Profemate e la brillante titolare del dicastero all'Istruzione- si incontrarono ad un meeting? Si parlava di infinito e Profe spiegò che l'insieme di tutti i numeri naturali ha lo stesso numero di elementi di quello dei soli numeri pari.

La Ministra se ne andò indignata, borbottando qualcosa sulle ricadute del sessantotto, con quei proclami falsamente egualitari. L'insegnamento dell'algebra venne successivamente limitato agli insiemi finiti.
Insomma… e perché non minacciare un terremoto? Che poi ci sarà sul serio, lo dicono su internet e pure alla televisione! Metodo scientifico: gli effetti gravitazionali di sole, luna e corpi celesti vari (no, il tuo armadio color celeste non va bene…)

(Questi corpi celesti?? …forse no….)

agiscono sulla crosta terrestre, come Profe potrà calcolare facilmente con la teoria perturbativa.

Mmm… fatti i conti, a quanto pare è più probabile che a causare il terremoto sia lo starnuto di un gatto.


(Oooops, questo ha già starnutito!! :s)

Fatto sta che mi tocca programmare il post perchè se poco poco è vero domani mattina potrei avere qualche altra cosa da fare…

E' dunque con sommo gaudio che annuncio che anche per quest'anno il compleanno di profemate è giunto l'11 maggio nonostante un maritoprofe che cerca di spostarlo in altri giorni e altri mesi.

Auguri Pat, con tutto il cuore.
 

ottomarzo

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In diretta da LA1234567, sul digitale campestre

Bene, dopo la commovente storia di nonna Abelarda che, carrramba che sorpresa, è riuscita ad incontrare il suo disgraziato nipote, reduce dalla cura disintossicante dalla playstation, e dopo la triste vicenda della ragazza esclusa da Amici perché sorpresa ad usare correttamente il congiuntivo, è il momento del Personaggio Importante.

Abbiamo invitato a parlare sul tema "otto marzo festa della donna ®" il ministro dell'istruzione Immacolata Macchia.
– Onorevole Macchia, ritiene che abbia ancora un senso questa ricorrenza?
– E perciò. Sì, ma ecco… La padan… ah, no. Dunque, la ricorrenza, dice. COLPA DEL SESSANTOTTO! son venute fuori tutte queste cose, queste femministiche, senza Dio, le quali professano e rinnegano l'essere donna in quanto tale e le tradizioni svirgolano a causa del comunismo dilagante e imperante… ma che è questo casin… questa turbolenza che turba il mio eloquio?
– …non so, si sta avvicinando un gruppo di facinorosi schiamazzanti. Alcuni hanno un berretto con scritto… con scritto… FdT. Cosa vorrà dire? Figli dei Terroristi?
– AAAAAAAAAAH! Ecco che si avvicinano… io scappo, c'è una tipa che mi sta facendo gesti minacciosi, quella con la maglietta con la scritta "V"!

FERMI TUTTI! Samo i Fuori di Testa e dirottiamo questa insulsa trasmissione per far festa ad una donna unica: LA NOSTRA ADORATA AMICA DAMA DEL SOLE!

BUON COMPLEANNO, ROBY!!!

…e ora chiudiamo in un armadio 'sta presentatrice muffa e la ministra, perché qui dobbiamo fare

FESTA!

festa
RobyCara, di certo siamo fuori di testa, ma ti vogliamo un bene immenso!  

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